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10^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

 

 

Antifona d'Ingresso

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono.

 

 

Colletta

O Padre, che preferisci la misericordia al sacrificio e accogli i peccatori alla tua mensa, fa che la nostra vita, trasformata dal tuo amore, si apra con totale dedizione a te e ai fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

 

1^ Lettura Os 6, 3-6

Dal libro del profeta Osea. "Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di primavera, che feconda la terra". Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce. Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. Parola del Signore

 

 

Salmo Sal 49 "Accogli, o Dio, il dono del nostro amore" 

Parla il Signore, Dio degli dei, convoca la terra da oriente a occidente.

Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi. R

 

Se avessi fame, a te non lo direi: mio è il mondo e quanto contiene.

Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? R

 

Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;

invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai gloria. R

 

 

2^ Lettura Rm 4, 18-25

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani. Fratelli, Abramo ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza. Egli non vacillò nella fede, pur vedendo gia come morto il proprio corpo aveva circa cento anni e morto il seno di Sara. Per la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come giustizia, ma anche per noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. Parola di Dio

 

 

Canto al Vangelo 

Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato ad annunziare ai poveri la buona novella, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

 

 

Vangelo Mt 9, 9-13

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù, passando, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte e gli disse "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

RIFLESSIONE

 

Dopo questo lungo periodo in cui abbiamo celebrato la Pasqua, l’ascensione di Gesù al cielo, la Pentecoste, le feste della Trinità e del Corpo e Sangue del Signore, con questa domenica rientriamo nel Tempo ordinario dell’anno. Il tempo ordinario, le abitudini quotidiane, possono a prima vista sembrarci meno importanti dei momenti forti, mentre non è vero: una mamma può chiamare vita solo il momento della nascita del figlio oppure non è altrettanto vita il quotidiano fatto di spesa, di preparazione di cibi, di cambio di pannolini? Anche nella nostra vita spirituale, ogni momento per noi è il momento decisivo in cui possiamo incontrare il Signore, in cui possiamo rispondere in molti modi diversi al suo amore per noi.Ci ha ricordato questo il profeta Osea che abbiamo sentito leggere nella prima lettura: "Affrettiamoci a conoscere il Signore" perché Lui è fedele alle sue promesse, Lui viene. Non corriamo il rischio, come diceva ancora Osea "che il nostro amore per Lui sia soltanto come rugiada che all’alba svanisce". Chi ha capito anche solo parzialmente chi sia Dio, che cosa venga a portarci e che cosa desideri da noi, sa che Lui cerca la nostra persona, non si accontenta dell’esteriorità o delle briciole: è talmente innamorato di noi che vuole arrivare al nostro cuore per riempirci di se e per darci la capacità di rispondere a questo amore immenso. E Gesù, nel vangelo di oggi, attraverso la chiamata del pubblicano Matteo e attraverso le parole che rivolge ai farisei, ci fa capire ancor meglio il senso della sua venuta e il tipo di risposta che noi possiamo dargli. Gesù aveva già chiamato alcuni Apostoli e già qualcuno aveva arricciato il naso vedendo che a seguire Gesù erano semplici pescatori, ma ora Gesù si rivolge ad un pubblicano e lo invita a seguirlo. Questa volta si tratta di Matteo, un personaggio di un certo rilievo. E’ uno che ha studiato, sa di calcolo, di misure, di scambi, deve conoscere per forza alcune lingue, almeno l’aramaico, il latino e il greco e i molti idiomi e dialetti. Il suo mestiere è uno di quelli che la Bibbia condanna e che molti uomini invidiano. Egli raccoglie le tasse. E’ un collaborazionista dei Romani i quali gli hanno dato in appalto la raccolta delle tasse in una determinata regione: essi gli fissano una cifra totale che ogni anno deve consegnare loro e poi lui si arrangi: ha diritto a riscuotere anche più del dovuto ed ha così la possibilità di arricchirsi. E’ un pubblicano cioè un pubblico peccatore per la legge. I farisei, i cosiddetti puri si tengono lontani da personaggi come questi che sono a contatto con tutti, che toccano monete varie, specialmente quelle con su effigi di imperatori e quindi sinonimo di idolatria… e poi gli esattori delle tasse in sé non piacciono a nessuno, però tutti cercano di tenerseli cari, un po’ come succede ancora oggi a certi imprenditori che dicono: "La finanza è meglio tenersela buona". Che un Rabbi, un Maestro riconosciuto in parole ed opere come Gesù, uno che ha compiuto miracoli, chieda ad un pubblico peccatore di diventare suo discepolo, fa scandalo e ancor più scandalo il fatto che Gesù accetti l’invito a pranzo di Matteo che con questo gesto esterna la propria gioia di essere stato chiamato. A questo pranzo non c’è solo Matteo e la sua famiglia, ma anche gli amici di Matteo. E che amici possono essere se non altri esattori o pubblici peccatori come Lui? Sembra di vederli questi farisei, avvolti nelle sontuose vesti che li distinguono dagli altri comuni mortali, che girano, alla larga per non contaminarsi, attorno a Gesù e a questi commensali: hanno lo sguardo scandalizzato, cercano come avvoltoi la preda da colpire. Il loro onore, il loro perbenismo, la loro "fede" è stata colpita: ci vuole una vittima. E, invece di gioire per un pubblicano che si converte e che lascia il suo banco di cambiavalute, vogliono approfittare della situazione: "Gesù con questa sua scelta si è dato una zappata sui piedi, si è contaminato con peccatori, ha compromesso tutto il suo operare… chi può ancora credere ad un maestro che non osserva la legge della purità?" Purtroppo questa scena lungo la storia si è ripetuta infinite volte cominciando proprio dai primi discepoli di Gesù. Il Sinedrio vede che gli apostoli compiono miracoli nel nome di Gesù? Convertono persone con la loro parola e con la loro vita? Ed ecco giungere la persecuzione che non è portata da non credenti, ma che si abbatte sui primi cristiani da parte di altri credenti che perseguitano nel nome di Dio. Francesco fa scelte di povertà, si spoglia delle sue vesti per ridarle nelle mani di Bernardone? Francesco è un matto! Padre Pio opera in un modo non perfettamente conforme ai canoni previsti per dei poveri frati? Ecco i saputoni della scienza e del potere religioso che lo emarginano; don Milani dà fastidio con il suo parlare e con le sue scelte? Mandiamolo in un paesino sperduto in montagna dove non dovrebbe più dar fastidio a nessuno. Sono questi gli avvoltoi del potere religioso che si dipingono le nere ali di bianco, persone che non sanno gioire per il bene e si servono dei doni di Dio per giudicare, per colpire, per giustificare il proprio tradizionalismo che non li smuove e che rende anche il passo degli altri credenti sempre più pesante. Ma possiamo scoprire questi personaggi anche in noi, tutte le volte che vogliamo essere giudici dei nostri fratelli, tutte le volte che non gioiamo quando vediamo che altri fanno il bene magari anche meglio di noi, tutte le volte che ci camuffiamo da religiosi per nascondere il nostro immobilismo e le nostre pigrizie. Gesù a questi personaggi e a noi dice due cose: la prima è quale sia la missione del Figlio di Dio venuto sulla terra: "Sono venuto per coloro che sono peccatori", cioè: se ti senti a posto, ti senti sicuro nella tua religiosità, se pensi di metterti al posto di Dio per giudicare i tuoi fratelli classificandoli in buoni e cattivi, vuol dire che non hai bisogno di Gesù, che sei refrattario ai suoi doni, che chiudi la porta alla salvezza che Lui è venuto ad offrirti; se invece riconosci la tua povertà allora gioirai per i suoi doni, saprai fare festa con altri, sarai anche disposto a lasciare il tavolo del cambiavalute e il posto tranquillo che la tua posizione economica ti permetteva. E, seconda cosa dice Gesù: "Dio dagli uomini non desidera sacrifici, offerte, culti formali, esteriorità, desidera misericordia e amore. Dio non lo puoi comprare con preghiere sacrifici e offerte: Dio non è in vendita! Egli è dono, Amore. Tu ricco non onori Dio se per farti vedere dai i soldi (che poi scalerai dalle tasse) per costruire un tempio: Dio se la ride dei marmi, dei mattoni, delle curie funzionali, dei culti legati a cerimoniali impeccabili, dei vestiti alla moda di sacerdoti che andrebbero meglio ad una sfilata di moda piuttosto che indosso a persone che dovrebbero guidare con umiltà, amore e fede la preghiera dei cristiani in una parrocchia; Dio preferisce un balbettare sincero di preghiera, magari neanche troppo ortodossa, piuttosto che le parole fredde e ripetitive che manifestano un cuore formale e incapace di pregare; Dio preferisce vedere la fatica e la misericordia che ci metti con quel vecchio in casa tua che non il pavoneggiarsi che puoi prendere sentendoti membro di qualche consiglio pastorale. Dio vede, apprezza, accoglie il tuo cercare di trasmettere ai tuoi figli valori che essi sembrano non più credere, Dio apprezza il tuo gioire per il bene che altri fanno, il tuo non giudicare perché anche tu senti di aver bisogno di non essere giudicato, ma solo amato da Lui Se ritrovi la semplicità, la gioia, se riscopri di avere un cuore feribile, ma ancora capace d’amare, allora Gesù, anche oggi, s’invita a mensa a casa tua e non si scandalizza se in essa ci sono ancora angoli sporchi e bui, se i tuoi commensali non sono tutti "secondo la legge"; se scopre che c’è la gioia e la riconoscenza per il perdono ricevuto allora l’incontro con Lui diverrà gioia permanente e non ti costerà neanche troppo il lasciare i tuoi piccoli o grandi banchi di cambiavalute per seguirlo.

 

 

Sulle Offerte

Quest'offerta del nostro servizio sacerdotale sia bene accetta al tuo nome, Signore, e accresca il nostro amore per te. Per Cristo nostro Signore.

 

 

Dopo la Comunione

Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore.

     
     

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